Ci sono una serie di elementi che, storicamente e per motivi che qui non è d’interesse approfondire, sono da sempre appannaggio di determinate correnti psicologiche. Tra questi, ad esempio, le associazioni libere e i sogni. Il sogno, nel mondo sistemico-relazionale, è stato recentemente e coerentemente sdoganato in particolare da un lavoro del dott. Giovanni Madonna e dei suoi collaboratori, che risulta enormemente interessante dal punto di vista di lettura del sogno, piuttosto che della sua interpretazione.

Cosa significa, in sintesi, tutto ciò? Che provare a collegare il mondo delle rappresentazioni familiari a quello delle trame inconsce, può contribuire ad allargare i significati delle proprie storie, ma anche a connetterle nel tempo, saltando da oggi a ieri per figurare un domani. Tutto ciò sempre tenendo presente che una delle più diffuse premesse di ogni richiesta psicoterapica nasce dal senso di immobilità che un sintomo o un disagio pongono all’individuo e al suo sistema di relazioni.

Ma una delle più grandi meraviglie nel lavorare in maniera connettiva con il materiale inconscio non riguarda solo il sogno come momento di partenza, ma anche come punto di transizione o arrivo. Ecco allora che sdoganare anche le libere associazioni in termini relazionali può rappresentare un’ulteriore ricchezza all’interno del processo terapeutico. Una bussola che uno psicoterapeuta può avere con sé, quindi, potrebbe suggerire la via di una dialettica circolare che, partendo dai contenuti del momento, attivi un’incessante rilettura reciproca (paziente-terapeuta-paziente) proprio attraverso le associazioni libere. Se tale dinamica è coerente ed efficace, tali associazioni possono addirittura essere il passe-partout per ri-accedere a contenuti inconsci – ad esempio i sogni – che il paziente non pensava di ricordare.

Quindi prendendo in prestito le parole di Edgar Allan Poe secondo cui coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte, se riusciamo a entrare in contatto col nostro paziente anche attraverso le sue libere associazioni e i suoi sogni, non sarà necessario interpretarli, ma far sì che facciano solo il loro dovere: lasciare che il processo di guarigione e autoriparazione, anche grazie ad essi, avvenga spontaneamente. E allora, attraverso la psicoterapia, tutto ciò diventa probabilmente una delle più genuine manifestazioni de la relazione che cura.