Quando il luogo che curi – per accogliere le fragilità di bambini, adulti e famiglie – ospita effettivamente bambini, adulti e famiglie, capita che si scompaginino le carte. Un adulto, giovane o maturo, può bussare alla porta dello studio e chiedere una consulenza psicoterapica. Non voglio qui addentrarmi nelle singole motivazioni, definizioni o ridefinizioni del setting e del contratto terapeutico, bensì vorrei accendere una luce su una fattispecie particolare: la psicoterapia individuale di un adulto, con una storia di Disturbo Specifico dell’Apprendimento.
Che succede nella mente dello psicologo, che lavora quotidianamente con tale utenza quasi esclusivamente in età evolutiva? Cosa legge uno psicoterapeuta nell’altro, nella relazione che si instaura da subito, nella capacità narrativa dell’adulto con un disturbo dalle caratteristiche pervasive – rispetto al quadro clinico complessivo – e permanenti? Sarà in grado, questo DSA adulto, di sostenere una psicoterapia? E lo psicoterapeuta, sarà altrettanto in grado?
In generale, a seconda anche dei singoli orientamenti psicoterapici, esistono dei principi generali legati alle premesse necessarie per avviare una psicoterapia individuale (età del soggetto, momento del ciclo di vita, capacità di pagarsi un percorso di psicoterapia e di sostenere una relazione psicoterapica, etc.). Con i DSA adulti, in particolare, credo sia necessario porre un’altra riflessione a monte di tutto ciò. Se la psicoterapia è a tutti gli effetti un complesso processo di apprendimento, che rappresentazione ha della psicoterapia, un DSA adulto che ce la richiede? Non solo. Con che rappresentazione della psicoterapia di un DSA adulto porremo le basi della relazione, noi psicoterapeuti? E ancora, quale rappresentazione congiunta nascerà da questo incontro?
Se queste domande abitano la mente di uno psicoterapeuta ad ogni nuova conoscenza terapeutica, con un DSA adulto sappiamo che la storia, che lo ha molto probabilmente abbracciato per anni, riguarderà in gran parte una miscela di tentativi di crescita e apprendimento, in cui la frustrazione per i fallimenti personali e relazionali potrebbe aver inquinato gran parte del pensiero creativo proprio di ogni individuo.
Come avvicinarsi psicoterapeuticamente, quindi, a un DSA adulto?
Da un certo punto di vista come a qualsiasi altro individuo che, per infinite ragioni, può avvertire un disagio o un blocco evolutivo in un certo momento del proprio di ciclo di vita. Da un altro punto di vista, per mia esperienza, potrebbe essere utile seminare da subito l’idea che la psicoterapia sarà lo spazio per maturare nuove premesse, perché se ciò viene accolto qualcosa è già avvenuto.
Si è accettata, infatti, proprio l’idea di poter – e quindi essere in grado di – apprendere.